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strade romane



STRADE ROMANE

Le grandi vie aperte dai romani, i più grandi costruttori di strade dell'antichità, prendevano nome dai magistrati che in tal modo consolidavano l'estensione dell'influenza romana in Italia attraverso un buon sistema di comunicazioni. Eccezioni furono la via Latina (che, dirigendosi a sudest di Roma, superava i colli Albani, attraversava la zona degli Ernici, il Liri, il Volturno e si collegava poi a Capua con la via Appia) e la via Salaria (che facilitava il commercio del sale raggiungendo Rieti in Sabina), percorse fin dai tempi molto antichi. La via Appia, opera del censore Appio Claudio Cieco, congiungeva Roma con Capua (312 a.C.) e poi con Brindisi (264). Dal 220 la via Flaminia portava a Rimini, congiunta poi dalla via Emilia (187) con Bologna e Piacenza. Lì incrociava la via Postumia (148), da Genova ad Aquileia. Verso il Veneto la via Popillia-Annia (132-131) portava da Rimini ad Aquileia. In direzione nord conduceva la via Cassia che attraversava l'Etruria interna, con un prolungamento successivo per Firenze e Pisa, dove si congiungeva con l'Aurelia. Questa seguiva la costa tirrenica, in un primo tempo fino a Vada Volterrana; fu poi prolungata come via Aemilia Scauri (109) per congiungersi con la Postumia a Genova. Un successivo prolungamento oltre Ventimiglia, fino ad Arles, a opera di Augusto, diede il nome di Iulia Augusta alla strada che negli itinerari è chiamata ancora Aurelia. Al di fuori dell'Italia erano importanti la via Egnatia, che portava dalla costa adriatica (da Durazzo e Apollonia) a Bisanzio (130 a.C. ca) e la via Domitia, che collegava il Rodano con la Spagna e prendeva nome dal conquistatore della Gallia narbonese, Domizio Enobarbo (121 a.C.). Augusto costruì strade che valicavano il Piccolo e il Gran San Bernardo e il suo figliastro Druso curò i valichi orientali, collegando Altino col Danubio. Dalle pietre miliari siamo informati delle opere di costruzione e manutenzione stradale compiute dai vari imperatori in tutte le zone dell'impero. In età repubblicana ne erano responsabili i censori, mentre Augusto istituì nel 20 a.C. una commissione di curatores viarum.

R. Scuderi



R. Chevallier, Les voies romaines, Colin, Parigi 1972.